Al lancio di Condivisione Democratica avevo annunciato che il mio spazio “DireAgire” sarebbe stato un contenitore vario ed eclettico, imperniato comunque sul Dire, il coraggio e la forza di comunicare senza filtri, cercando possibilmente però di dare seguito alle parole anche con l’azione. In questa fase di obbligata permanenza in luoghi chiusi, ecco che voglio passare in concreto all’azione condividendo con i volenterosi ma soprattutto le volenterose, alcune mini lezioni di ripasso preparate per le mie allieve di Danza orientale.
Il mio stile, quando ha possibilità di esprimersi completamente, racchiude in realtà una grande influenza della Jazz Dance, ecco perché l’ho chiamato “Belly Jazz Dance”. Per l’occasione specifica del momento però, giusto per indicare semplici movimenti ed un’ infarinatura della Belly Dance, ecco che, armata solo di cellulare e treppiedi improvvisati, mi sono autoprodotta queste piccole pillole di danza casalinga, approfittando della mia invidiabile posizione abitativa, il mare. Per chi arriverà alla fine di questo mini corso, un premio: nell’ultima clip, quella di una semplice danza col velo, arriva sul finire la parte che preferisco, dove l’attrice comica che è in me, vi strapperà forse anche un sorriso, ma…solo dopo che avrete sudato almeno un po’!
Sui social tra le tante notizie della “pandemia”, spopola la
notizia di un asteroide che il 29 aprile “sfiorerà l’atmosfera terrestre”; cosa
c’è di vero?
Iniziamo con lo scoprire che cosa sono gli asteroidi. Essi sono
dei piccoli corpi celesti rocciosi, generalmente di forma irregolare, sono
anche detti pianetini per le loro dimensioni molto piccole, se paragonate a
quella dei pianeti e degli altri corpi celesti. Si pensa si siano formati
quando il sistema solare era molto giovane, quando iniziavano a formarsi le
prime aggregazioni di materia, dalle quali sono nati poi il Sole e i pianeti. Insomma,
gli asteroidi dovrebbero essere delle aggregazioni che non hanno avuto più un
seguito e sono rimaste intrappolate nei campi gravitazionali dei “loro
fratelli” più grandi, destinati a scontrarsi e cambiare spesso la loro forma e
il loro aspetto. Esistono due grandi
categorie di asteroidi basate sulla loro provenienza: un gruppo di asteroidi,
si trova nello spazio tra Marte e Giove (fascia principale), un altro gruppo
numeroso si trova oltre Nettuno (fascia di Kuiper). Tutti questi oggetti, se
non catturati dal campo gravitazionale di qualche pianeta, che li
costringerebbe a cambiare il centro della loro orbita, orbitano intorno al Sole
e come le comete, di cui abbiamo parlato il mese scorso, possono intersecare
l’orbita terrestre e quindi passare nelle nostre vicinanze o addirittura
urtarci.
Esistono degli asteroidi che hanno delle orbite “pericolose”, che
periodicamente intersecano l’orbita terrestre ad una distanza inferiore di 7,5
milioni di km dalla Terra, ma astronomi e astrofisici li tengono in
osservazione e studiano da anni metodi per evitare uno scontro se mai si
rivelasse necessario.
L’asteroide che in questo periodo fa tanto parlare di se si chiama
1998 OR2 (la seconda parte del nome per assonanza fa pensare un po’ ad uno dei
droidi di Star Wars) ed ha un diametro stimato che va da 1,8 a 4,1 Km, quindi
circa grande come l’isola di Ischia. Questo asteroide rientra nella categoria
di “asteroidi pericolosi”, il 29 aprile volerà a circa 6,1 milioni di km da
noi, ad una distanza che è circa 16 volte quella tra Terra e Luna. A questa distanza è difficile che si
sentiranno gli effetti del suo passaggio, probabilmente, secondo gli esperti
dell’agenzia spaziale americana (NASA), non riusciremo neppure a vederlo senza
l’aiuto di un buon telescopio. Pare che
avremo modo di salutarlo ancora a maggio del 2031, ma ad una distanza che sarà
il doppio di quella del prossimo fine mese.
Questi sorvoli ravvicinati (flybys) dunque serviranno solo agli
esperti per migliorare la stima dell’orbita di questa roccia spaziale e per
osservarla più da vicino. Noi in questo periodo così surreale dovremmo
accontentarci di osservare l’abbraccio virtuale che si scambiano Venere e Luna,
abbraccio al quale si uniranno, tra pochi giorni, anche Giove, Marte e Saturno.
Questi corpi celesti saranno ben visibili ad occhio nudo e potete aiutarvi a
individuarli scaricando sul vostro smartphone l’applicazione Mappa Stellare o
Google Sky Map. Mentre loro saranno costretti per sempre ad abbracciarsi solo
virtualmente noi “torneremo ad abbracciarci” da vicino e per vicino non
intendiamo di certo la distanza che ci separerà il 29 settembre da R2-D2…ah
no scusate, 1998 OR2. Che la forza sia con… sto sbagliando ancora, questa era
un’altra storia.