Intervista a Luigi Viola
Esistono Equazioni per l’interpretazione della legge e/o per decidere le cause? Se SI, puoi esemplificarmele?
La risposta è sì. Se consideriamo il nostro sistema che è di civil law, allora le leggi vanno interpretate per il tramite della legge stessa; esiste una legge sull’interpretazione? La risposta è sì: l’art. 12 preleggi (tra le altre, Cass. SS.UU. 8230/2019).
Questo fissa una sequenza interpretativa: si parte dall’interpretazione letterale (IL) e l’interpretazione per ratio (IR), ma in assenza di precisa disposizione si utilizza l’analogia legis (AL) e, se il caso rimane ancora dubbio, si accede all’utilizzo dei principi generali (AI).
Ciò vuole dire che, se vi sono più interpretazioni diverse, allora va seguita la seguente gerarchia:
IL ≥ IR ≥ AL ≥ AI
Il vero problema non è quando sono presenti interpretazioni diverse, ma quando la stessa tipologia di interpretazione può condurre a risultati opposti.
Si potrebbe dire che ci sono casi in cui vi è un’intersezione (⋂), nel senso che la stessa interpretazione conduce contemporaneamente ad affermazioni diverse (anche opposte).
Il problema in questo caso è davvero più complesso rispetto agli altri casi perché è difficile individuare l’interpretazione prevalente visto che anche più interpretazioni letterali possono contraddirsi (come affermato anche dalla Cass. SS.UU. 14861/2017); ciò non è infrequente.
Una possibile formula, valida in tutti i casi di problemi interpretati, è la seguente:
IP = (IL ± ILn) ∧ (IR±IRn) ∘ [IL = 0 =>(AL±ALn)] ∘ [AL ≈ 0 => (AI ± AIn)]
Si ritiene utile indicare il significato dei simboli utilizzati:
-IP corrisponde all’interpretazione di una data disposizione di legge;
-IL corrisponde all’interpretazione letterale ex art. 12 preleggi;
-IR corrisponde all’interpretazione per ratio o teleologica ex art. 12 preleggi;
-AL corrisponde all’interpretazione per analogia legis ex art. 12 preleggi;
-AI corrisponde all’interpretazione per analogia iuris (“principi generali dell’ordinamento giuridico”) ex art. 12 preleggi;
-± corrisponde a più (somma) oppure meno (sottrazione), in dipendenza del modello di interpretazione se volta ad affermare (+) oppure a negare (-);
-∧ vuol dire and, inteso come “e”, da intendere qui come un’unione (o sintesi);
-∘ corrisponde alla composizione cioè una sorta di fusione tra dati non omogenei, ovvero più semplicemente la composizione è una forma di “miscelamento” (non corrispondente alla somma aritmetica) tra più dati;
-=> corrisponde al significato di se…allora (IL=0=> vuole dire se IL è uguale a 0, allora…);
-≈ corrisponde al significato di circa;
-n è una variabile corrispondente al numero di possibili interpretazioni del medesimo tipo.
In sostanza, quanto è stato appena scritto equivale a dire:
l’interpretazione della legge (IP) è uguale (=) all’unione (∧) tra più o meno interpretazioni letterali (IL ± ILn) con più o meno interpretazioni per ratio (IR±IR); se manca una precisa disposizione di legge (IL=0), si procede a sommare o sottrarre interpretazioni per analogia legis (=>(AL ± ALn)); nel caso in cui il caso sia ancora dubbio (AL ≈ 0) , si può procedere a sommare o sottrarre interpretazioni per analogia iuris (=> (AI ± AIn)).
Per maggiore precisione, possiamo sostituire ± con la sommatoria (∑), la quale ammette sottrazioni tramite il meccanismo di somma tra valori negativi; per esempio: 7-3 diviene 7 + (-3) = 4; fissiamo poi che il valore n può andare da 0 ad infinito () per ammettere solo valori positivi.
Attraverso, poi, semplificazioni, si può arrivare alla seguente equazione:
IP = ∑i(n)
Quanto detto riguarda solo l’interpretazione e non la decisione ex se, ma ogni questione giuridica è composta di fatto e diritto, che vuol dire di prove ed interpretazione.
Ora sto lavorando alla modellizzazione del sistema delle prove nel processo civile.
Vorrei davvero che il processo fosse più giurimetrico: la maggiore certezza del diritto implica maggiore uguaglianza tra cittadini; diversamente: maggiore incertezza, implica più disuguaglianza tra cittadini, generando il caos che è esattamente ciò che il diritto vuole evitare.