“Non debemus, non possumus, non volumus”
“Non debemus, non possumus, non volumus” è la risposta che Pio VII diede all’ufficiale napoleonico che entrato al Quirinale, richiese la cessione dei territori dello Stato Pontificio all’Impero Francese. Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo. Era l’anno domini 1809.
Mi sono chiesto, personalmente, quanto questa sensazione sia entrata dentro di me.
E devo riconoscere che le gambe effettivamente sono molli, ma la curiosità di andare avanti, la sensazione che “il meglio deve ancora venire” c’è sempre. Questa esperienza in questa nostra testata giornalistica non ne è solamente un sintomo, ma ne è la misura. Durante tutto il periodo pandemico, durante il Lockdown più duro – quello ci ha visto cantare dai balconi per intenderci – e durante la lunga fase di avvicinamento ad una nuova “normalità”, Condivisione Democratica è stata sempre attiva, anzi si è arricchita di nuove curiosità, di nuove firme, ed è diventata come un prolungamento di quei balconi che abbiamo usato per sentirci più vicini, anche se chiusi ognuno nella propria casa.
Mi è venuto naturale seguire curiosità, vecchie e nuove, e andare in profondità su argomenti che “prima” probabilmente avrei lasciato correre via. Ho reincontrato visi amici, anche se coperti dalle mascherine, e scoperto nuove amicizie, nuove energie.
Certo non è un posto “tranquillo“. Come in ogni redazione ci sono confronti, la documentazione di quello che si vuole portare al lettore, le corse per la pubblicazione, i miglioramenti dell’ultimo minuto sui singoli articoli.
Anche questo articolo, del resto, nasce da questo processo di approfondimento. Partendo dall’articolo che ho citato prima, sono andato a leggermi altri articoli, studi psicanalitici che hanno cercato di dare una spiegazione a quel senso di abbandono. Sostanzialmente – davvero semplifico brutalmente – questo fenomeno può essere o “il rimbalzo” o un modo diverso di affrontare quello che negli USA hanno chiamato “the Great Resignation“, la “Grande Rinuncia”, un fenomeno che si è visto nei primi periodi del 2020: una impennata nelle cessazioni volontarie dal lavoro ed un aumento repentino delle separazioni e delle cause di divorzio.
Lo shock per il crollo del “tran tran” quotidiano ha dato a tutti noi il tempo di analizzare due false percezioni della realtà, quelle che gli psicologi chiamano Bias Cognitivi:
- Il “Sunk Cost Bias” – il Bias dei Costi Irrecuperabili – secondo il quale poiché si è già sostenuto un “costo” (economico, di tempo, di emozioni) per ottenere qualcosa, quel qualcosa vada preservato anche se non più adatto, perché quanto profuso non può essere recuperato.
- L'”Opportunity Cost Bias“, che da una scarsa percezione del fatto che qualsiasi scelta attuata implica sempre e in ogni caso un costo che si affianca al valore o al beneficio che si può avere.
Questi due Bias sono quelli che ci fanno continuare a far fare sempre le stesse cose, sono quelli che ci fanno rimanere nella nostra “Comfort Zone” anche se ci sta un pò stretta. L’insegnamento della Pandemia è che se tutto questo cambia, se la sciagura si abbatte sopra di noi (come in un film sui “disastri”, tanto in voga alla fine degli anni ’70), rimaniamo solo con le nostre forze e dobbiamo ripensare tutto.
E proprio in quel momento può scattare in noi, la risposta che citavo all’inizio: “Non debemus, non possumus, non volumus”.