‘MASTERS of WAR’

HOMO HOMINI LUPUS

di Nini Maria Giacomelli

compositrice, direttore artistico, autrice teatrale e di programmi radiofonici e televisivi.

Rodrigo Yokota @rodrigo_yokota

Cara Donatella,
mentre ti scrivo sento passare nel cielo sopra di me, ormai da qualche ora, elicotteri e altri aeromobili. Può darsi che siano vacanzieri sui loro aerei da diporto, ma sinceramente, con una base Nato così vicina, non riesco a sentirmi molto tranquilla.
Fare di questa guerra un’analisi di carattere storico, strategico o geopolitico non rientra nelle mie competenze, e comunque ho la netta impressione che anche chiunque abbia le carte in regola per poterla fare, e tenti di farla, sia destinato a una sorta di censura.
Dirò dunque semplicemente che considero Putin, e non solo lui, più un ossesso che un folle. Comincio però a pensare che anche Biden non sia la persona illuminata che tutti speravamo fosse.

courtesy by Franco Buffarello


Se poi a tutto questo si aggiunge che anche la nostra informazione “democratica” non sembra essere poi tanto democratica, la situazione si fa tutt’altro che catartica.
Sento un nodo alla gola, misto a un senso di impotenza schiacciante.
Homo Homini Lupus.
Sì, sembra proprio che ogni uomo sia un lupo per gli altri uomini.
Che la storia non ci abbia insegnato nulla, che la pandemia da Covid non ci abbia migliorato.
Che il pensiero critico non esista piĂą.

Stanno morendo degli innocenti, come in tutte le guerre. E non sono solo uomini. Sono donne, bambini, anziani. Sono Persone. Magari sono parenti di qualche nostra badante.
Muoiono in nome e a causa di una guerra che è impossibile considerare giusta o giustificabile.
Come non pensare che Putin sia un sanguinario offuscato da sete di potere? L’aggressore non può mai essere scusato.
L’Ucraina, forse, dopo il 2014, ha avuto troppa fretta di cambiare accordi e appartenenze.
Da fuori, ma non poi così tanto da fuori, quello che sta accadendo sembra però più un braccio di ferro tra Russia e Nato.
Ci guadagnerĂ  la Cina, credo. Siamo di fronte a una guerra in streaming con danni collaterali. Troppi effetti a catena.
E nessun vincitore né vinto. Men che meno i poveri, che perdono sempre. Sembra che l’umanità sia allo sbando.

Zelensky vede la sua gente morire e insiste a chiedere un intervento armato a UE e Nato, pur sapendo che questo intervento porterebbe a una terza guerra mondiale.
Nessuno fa un passo indietro, ammesso che sia ancora possibile farlo adesso.
Da una parte si chiudono le fabbriche per le bombe, dall’altra per le sanzioni.
Da noi, rincari di ogni ordine e grado, appesantiti da insensate accise, rischiano di metterci in ginocchio.

Vedo organizzare un’accoglienza di serie A e creare muri e fili spinati per altri profughi lasciati a morire all’addiaccio.
E anche questo mi è difficile da capire.
Mi fa paura questo mondo che globalizza le prevaricazioni.
Un’altra cosa è certa per noi qui: chi, come me, si occupa di cultura e in questi due anni di pandemia ha sofferto fame e freddo, deve prepararsi a sopportare il vento gelido della disattenzione ancora per molto tempo.

Quando in un Paese si soffocano l’afflato culturale e il pensiero critico facendone il fanalino di coda, non c’è da illudersi.
Ma resistiamo.
Non può esserci solo la disperazione per chi, malgrado tutto, crede ancora nell’uomo.