Non c’è mai fine al viaggio
…non c’è mai fine al viaggio, anche se un sogno cade.
Così, si esprime un poeta dei nostri giorni.
Quanti sogni ci hanno accompagnato in questi dieci anni? Quante speranze sottese, quanti desideri più o meno espressi, più o meno nascosti?
Ci abbiamo creduto? Si.
Abbiamo fatto tutto il possibile per realizzarli? Non so. Ma ci abbiamo provato.
Abbiamo costruito un piccolo castello di idee, una piccola fortezza di pensieri, riflessioni, opinioni, visioni. Abbiamo dato voce a chi non se lo sarebbe mai aspettato, abbiamo scovato parole nuove in chi, forse, credeva di averle già dette tutte. Abbiamo catturato immagini, scattato frammenti, sbirciato nei dettagli di chi ci ha fatto visita, di chi ci ha letto, di chi ci ha criticato, o addirittura snobbato.
Ed ora? È la fine di un sogno? Abbandoniamo la nave?
Non è certo il capitano che vi parla o che prende questa decisione. Perché chi scrive queste povere righe non è stato un condottiero, ma un semplice componente di un meraviglioso equipaggio.
Condivisione Democratica, nel decimo anniversario della sua nascita, interrompe il suo cammino.
O forse no. Si è guardata allo specchio, ha scrutato i suoi occhi, e si è semplicemente resa conto che è cresciuta. E come tutte le creature che crescono ha deciso di affacciarsi ad un nuovo slancio di proiezione, ad una nuova visione dei suoi contenuti, senza abbandonare i passi che l’hanno portata fin qui. Perché l’abbandono, come racconteranno le pagine di questo numero, ha connotazioni e dinamiche complesse, talvolta surreali e che non sono alla portata di questo distratto pianeta.
Indosserà un nuovo vestito, senza, con questo, cambiare la sobrietà che l’ha contraddistinta. Non c’è bisogno di mostrare abiti sfarzosi per raccontare un’idea, per testimoniare un percorso, per emozionare un cuore.
Si priverà, questo sì, di un certo peso che ha portato il suo nome. E non certo perché “democratica” sia qualcosa di cui vergognarsi. Ma perché a molti occhi poco attenti è continuato a sembrare l’accostamento ad un partito politico, ad un sistema, ad una corrente. Diciamolo chiaramente. Occhi poco attenti, perché se avessero letto realmente le pagine del nostro giornale, avrebbero certamente scoperto l’imparzialità dei nostri sguardi, il nostro agire limpido, l’apertura di ogni fronte di ragionamento, purché, per l’amor di Dio, “democratico”.
Attenzione… non cambiamo di certo nome per questo. Ma con questo nuovo percorso, che avrà luce nei prossimi mesi, rimarcheremo la nostra assoluta indipendenza da ogni soggetto, sia esso politico, sociale, culturale.
Avremo modo di riparlarne. Per il momento abbiamo solo le valigie pronte.
Dove arriveremo? Non so. Quali saranno i nostri nuovi sogni? Non possiamo saperlo, ma scoprirlo solo passo dopo passo.
Il desiderio più grande, però, possiamo svelarlo. Ed è quello di continuare a coinvolgere tante bellissime energie di questo Paese che restano spesso in silenzio, messe ai margini, più o meno obbligate a farlo, più o meno per consapevole scelta.
Solo così, potremo continuare in ciò che in questi anni ha caratterizzato la nostra scrittura. Il puro e semplice obiettivo di continuare ancora a promuovere uno sforzo intellettuale e culturale, in questo clima così arido, in questo mondo rovesciato, in cui fatichiamo a trovare il senso dei nostri giorni.
Nessun abbandono, quindi. Ma solo un nuovo modo di essere se stessi.
***
Ringrazio tutti gli amici che nel tempo hanno partecipato a questo meraviglioso e pazzo progetto.
Iniziando dalle prime menti “folli” che hanno assecondato i desideri di chi vi scrive. Due amici che continueranno con me a girovagare alla ricerca di nuovi angoli da spiare, Giorgio Gabrielli e Walter Iolandi.
Ringrazio gli amici che con Giorgio, Walter e il sottoscritto battezzarono questa nostra avventura, e che non hanno mai smesso di mostrarci il loro affetto, Cettina Quattrocchi ed Augusto Garzia.
Ringrazio tutti i compagni di avventura che nel tempo hanno raccolto pezzi importanti del proprio tempo per dedicarlo al nostro giornale, in particolare quelli che lo hanno accompagnato fino alla scrittura dell’ultimo rigo, iniziando dalle nostre colonne portanti, le donne al comando, Giovanna La Vecchia e Donatella Lavizzari, ed il buon traghettatore Fabio Cirina.
E poi le care amiche Martina Moscardi, Loretta Rossi Stuart, Elena Paoli, Letitia Vasile, Giorgia Salvucci, Carla Panetta, Anna Rita Cardarelli, Barbara Gualtueri, Irene Coppola, Rossella De Paoli, Federica Deplano, Alessandra Bettoni.
I cari amici Claudio Scarpa, Flavio Villani, Fabrizio De Angelis.
Ognuno di loro meriterebbe un capitolo di ringraziamenti ed attenzioni.
Grazie. Sono certo che noi tutti, in un modo o nell’altro, continueremo a portare il nostro amore… per cento e mille strade… perché non c’è mai fine al viaggio, anche se un sogno cade. *
(Claudio Baglioni, La Vita è adesso, 1985)