“Altre Voci, altre Stanze”: l’identità di una magia che mette ordine al caos.

Quello che dai te lo dai, quello che non dai te lo togli” Alejandro Jodorowsky

Giovedì 19 settembre, in occasione di Ouverture 2024 di TAG Torino Art Galleries, e venerdì 20 e sabato 21 in adesione a Exhibi.To, Ferdi Giardini ha inaugurato, negli spazi della Galleria Riccardo Costantini Contemporary, la sua ultima mostra “Altre voci, altre stanze”.
Nei lavori in esposizione, installazioni e sculture luminose, Ferdi Giardini trasforma materiali come plexiglass, cartoncino, alluminio e LED, in opere
d’arte che sollecitano la nostra percezione.

Ferdi Giardini non è solo uno scultore, un designer, un artista, la sua figura ricorda antichi personaggi dal profondo sentire e dal ruolo fondamentale, alchimisti, stregoni, “allenatori di anime”, precettori. La capacità di trasformare elementi comuni in originali creazioni luminose è la caratteristica principale della sua pratica artistica: ogni materiale scelto porta con sé una storia, una possibilità di metamorfosi che esplora con personale innovazione. Sperimentare costantemente la creatività, inventare, cambiare, modificare, aggiungere, togliere, staccare, fare a pezzi, ricostruire, ma comunque tutto sempre e solo al servizio della ricerca di armonia e di gusto per trasmettere emozioni positive.

“Vivo di sensazioni e percezioni, le traduco in ogni mia creazione, dalle sculture alle lampade, agli ornamenti, in ogni oggetto
c’è l’emergenza di assecondare una esperienza profonda che mi dice che conoscendo l’anima dei materiali, i loro modi di rapportarsi agli agenti meccanici e fisici (luce, colore, forze e resistenze) si possono creare oggetti utilizzando al meglio le caratteristiche dei materiali stessi nella loro espressione concreta” – Ferdi Giardini.
Nelle opere in mostra, il plexiglass diventa un prisma di luce. Le sculture, così realizzate, la catturano e riflettono, dando vita a giochi di trasparenze e colori che mutano a seconda dell’angolazione e dell’’intensità della luce stessa. Ferdi Giardini ha generato i propri lavori pensando anche a una loro duplice fruibilità: le opere vivono infatti con un proprio raffinato carattere anche se spente.
L’alluminio, con il suo fascino industriale, è modellato in forme fluide e dinamiche.
Le superfici metalliche, o in plexiglass quando l’alluminio ne è di supporto, riflettono la luce LED in un caleidoscopio luminoso, creando un contrasto tra la freddezza del metallo e il calore della luce. I LED, riuscendo a variare in intensità, permettono all’artista di giocare con la luce, trasformando ogni lavoro in un’opera viva e mutevole.
Le sculture di Ferdi Giardini non solo catturano l’occhio, ma invitano il visitatore a esplorare le interazioni tra luce, materia, forma e falsa prospettiva. Ogni passo rivela una nuova sfumatura di colore, un nuovo gioco di ombre e luci. Sono più che semplici sculture luminose, sono meditazioni sulla trasformazione e la rinascita.
Attraverso la sua arte, Ferdi Giardini ci invita a vedere il potenziale nascosto nei materiali quotidiani, a riconoscere la bellezza nella semplicità e a celebrare l’infinita possibilità di trasformazione della luce e della materia.

“La luce è vita. La luce è il sole che ho dentro, che fa chiarezza, che non permette incomprensioni o equivoci, concede ombre, come è nella sua natura, ma non oscure, esse sono sempre il riflesso dell’essere presente e vivo.
La mia luce vuole chiarezza, autenticità, originalità e paradossi simpatici, non concede spazio a falsità, ipocrisie e subdole energie, la mia luce non è manipolatoria, è semplice e pura, quanto più vicina alla cromaticità del sole, che fa bene, che da il bene e ti accompagna con “attenzione” e non con “preoccupazione”.
Sostanziale la differenza!
La mia luce è quella pura, viva dei quadri di Caravaggio, a volte cruda ma vera e perfetta.
Caravaggio riusciva a dare quella inconfondibile drammaticità e schietta luce sui corpi, sui drappeggi, grazie ad un banale espediente: il suo studio era tutto dipinto di nero, con una sola fonte di luce, in un lato della stanza. A volte era una finestra, quindi con la luce del sole se di giorno; se di notte era una quantità smisurata di candele per illuminare i suoi modelli, sempre solo da un lato: la luce, nessun’altra interferenza.
La luce mette in chiaro ed io adoro le persone chiare e schiette, mi annoiano le persone che si truccano per nascondere nell’ombra i lati oscuri, offendono in questo modo la luce dell’anima loro e degli altri.
I miei clienti, i miei amici dopo aver installato le mie creazioni mi dicono “Ferdi, ci hai portato la luce, finalmente!”, come un profeta? Un guru? Un messia? Ma no, quello che faccio è semplice, faccio incontrare le mie conoscenze e i miei piaceri con i desideri di chi cerca le mie opere.
Il colore poi mi fa letteralmente impazzire, io sono coloratissimo, io sento il colore come sento l’aria, il vento, il profumo, lo devo portare indosso, lo devo comunicare, devo essere contagioso” – Ferdi Giardini
Ferdi Giardini interpreta la realtà ma anche il mondo del possibile, dell’immaginario, dell’ipotetico, con le proprie risorse personali e con la sua identità di creatore, prova a risolvere a modo suo i problemi, “deve riordinare il caos di forme in cui si è espressa la vita nel passato in qualcosa di nuovo” come diceva Adriano Tilgher.
Identità, dunque, come coscienza di sé e della responsabilità del proprio agire, del messaggio comunicato attraverso opere nate da una precisa consapevolezza di ciò di cui si vuole rendere partecipe l’altro. Identità come scopo, come realizzazione, come obiettivo, come progettualità dell’io d’artista al servizio dell’osservatore, dello studioso, del pubblico nella sua più vasta e meravigliosa variabilità. Le opere di Ferdi Giardini hanno una identità gigantesca e straordinariamente individuabile in qualsiasi contesto, con qualsiasi luce e dietro qualunque tipo di colorazione o materiale o forma. La magia di Ferdi Giardini è unica ed inconfondibile, moderna, eccentrica, bizzarra, stravagante ed elegante, raffinata ma mai ostentata, quasi semplice ed essenziale. La riconosci e diventa irrinunciabile per sempre.

Biografia dell’artista
Ferdi Giardini nasce a Torino nel 1959, frequenta e si diploma l’Accademia di Belle Arti del corso di Scenografia, di Torino, lavora nel mondo del teatro per circa cinque anni, contemporaneamente agli ultimi due anni di teatro, affianca la ricerca artistica. Incomincia a dipingere e a realizzare grandi installazioni, realizzate in diversi e inconsueti materiali, re-inventati e trasformati come un alchimista. Iniziano negli anni ottanta le prime mostre in Italia e all’estero, abbandona definitivamente il teatro, e affianca un altro interesse, crea corsi di formazione per i Comuni e gli Istituti Scolastici, rivolti sia agli insegnanti, che agli studenti.
Inizia negli anni novanta ad occuparsi di prodotti in serie, argomento diametralmente opposto al prodotto unico e irripetibile del mondo dell’arte! Una sfida con se stesso, che dopo alcune “invenzioni” realizzate in produzione limitata, hanno il suo apice, quando firma il primo contratto con l’Azienda di illuminazione: LUCEPLAN, nel 1998, inventando e costruendo il ventilatore da soffitto: “Blow”, venduto ancora oggi a distanza di decine d’anni in tutto il mondo. 
Seguirà la lampada “Teda” 2001 in tre versioni: parete, esterno, tavolo, e la lampada, “Voilà” 2015, da parete, per l’azienda OLUCE, il tavolo luminoso “Bancorè” 2007, la lampada da soffitto “Splash” 2007, e la lampada da soffitto “Echinos” 2007, per la ditta ILTILUCE. 
Dal 2004 al 2011, ha la cattedra presso il Politecnico di Torino per il corso di Disegno industriale della Facoltà di Architettura.
Attualmente continua la sua curiosità-ricerca nel campo del design, in quello artistico, e in quello didattico, partecipando a dibattiti, conferenze, mostre personali e collettive. Le ultime due mostre personali in ordine di tempo, sono state realizzate per la galleria  Riccardo Costantini di Torino, e una retrospettiva con i lavori di “finto metallo” degli anni ottanta, per la galleria di Davide Paludetto. Nel 2020 realizza per la ditta Rimani di Torino, l’illuminazione della hall di ingresso e per la sala riunioni. Dal 2021 insegna all’Accademia di Belle Arti di Sanremo le materie: Design e Eco Design.

Informazioni sulla mostra:
Artista: ​​Ferdi Giardini
Titolo: ​​Altre voci altre stanze
Sede: ​​​via Goito, 8 – Torino
Date: ​​​19 settembre – 19 ottobre 2024
Orari: ​​​da martedì a sabato ore 11.00 | 13.00 – 15.00 | 19.30
Lunedì e domenica chiuso.
Informazioni: ​Riccardo Costantini Contemporary
t. +39 011 19226893 | +39 348 6703677
​ info@rccontemporary.it