Un quarto di giro…
Mi sembra che tutti noi siamo prigionieri in un tempo che scorre, allo stesso momento veloce e lentissimo.
Prigionieri di una nostra condizione di “sospensione” al di là del tempo.
Rileggo questo numero del nostro giornale, ché è anch’esso uno strumento per leggere il tempo che trascorre, come fosse un orologio, e così passiamo dal Carnevale alle notizie relative alla Guerra in Ucraina, quasi senza soluzione di continuità.
La situazione è sicuramente molto complessa: la Pandemia ha spezzato tanti equilibri e ora, anche se è passato quel primo momento di “stupore” e abbiamo imparato a conoscerlo il virus, la sensazione di paura e di sospetto non ci ha completamente abbandonati, i venti di guerra sono tornati a soffiare in Europa e l’invasione Ucraina ci ha posto davanti ad altri interrogativi e dubbi, e paure.
Eppure sento che le immagini scorrono senza lasciare un segno dentro, come un film proiettato alle nostre spalle.
Viviamo in un intorpidimento della nostra coscienza?
Viviamo in un intorpidimento della nostra mente?
Viviamo in un intorpidimento delle nostre energie?
A mio avviso viviamo in uno stato di mancata percezione del tempo che scorre e quindi sentiamo meno la pressione a “fare qualcosa”, l’impellenza di voler superare quegli equilibri spezzati e quella paura sopraggiunta.
Eppure dall’inizio dell’anno, da quel Primo Gennaio che abbiamo festeggiato pieni di buoni propositi, pieni di pensieri sull’anno che si stava per aprire davanti a noi, da quella mezzanotte la nostra cara vecchia Terra ha fatto un quarto del suo giro attorno al sole.
Lei ha fatto parte del suo viaggio, ha percorso un quarto della sua rivoluzione e ora sta a noi, a ciascuno di noi, fare – almeno in parte – la nostra rivoluzione.