Intervista a Titti Improta

Titti Improta, giornalista professionista dal 2009, è segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti della Campania e presiede la Commissione Pari Opportunità

Lavora per la televisione napoletana Canale 21, per la quale conduce la striscia sportiva quotidiana Supersport21, il programma dedicato alla Champions League, Champions21 ed il programma sportivo della domenica “Campania Sport”.

Si è occupata di cronaca, politica ed attualità per i programmi “L’aria che tira” e “L’aria d’estate” in onda su La7. È stata protagonista del format televisivo in onda su Rete 4, “Donnavventura”.


Immagine fornita dall’ospite

Gentile Titti, il nostro giornale dedica molta attenzione all’universo femminile, approfondendo, in particolare, tutte quelle forme di violenza e discriminazione di cui le donne sono troppo spesso vittime, per contribuire a mantenere alta l’attenzione e favorire ogni forma di contrasto. Nella tua qualità di Segretario e Presidente Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, su cosa si stanno concentrando i tuoi impegni in tal senso?

Grazie per questa domanda. Porre l’attenzione su queste tematiche mi sta molto a cuore. Con altre 14 colleghe componiamo la Commissione Pari Opportunità che si occupa di tematiche relative alla discriminazione di genere. Il nostro fiore all’occhiello si chiama PAROLE IN ORDINE un piccolo decalogo che portiamo all’interno delle scuole per sensibilizzare gli studenti al corretto utilizzo delle parole attraverso i social. Troppo spesso si utilizzano parole improprie od offensive molto più facilmente sui social perché ci si sente “protetti” da una tastiera. Guardare negli occhi una persona e ripetere parole offensive presuppone che si abbia molto coraggio e convinzione del pensiero che si sta esprimendo. Meno hate speech e più confronto consapevole è ciò che cerchiamo di diffondere. Attraverso i corsi di formazione, inoltre, poniamo l’attenzione anche su argomenti quali la violenza contro le donne, l’omofobia, la transfobia, i minori vittime della violenza, i disabili e le fasce deboli della società.

Nel marzo dello scorso anno sei stata, tuo malgrado, protagonista di un episodio molto spiacevole di cui si è parlato tantissimo. L’ex tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, in una conferenza stampa, si rivolse a te con espressioni, per usare un eufemismo, poco eleganti. Si parlò di “sessismo”. Ci hanno colpito, in particolare, le tue dichiarazioni seguenti, in cui esprimesti il maggior dispiacere per le “risatine” della sala. Cosa è successo da quel momento? Hai avvertito una presa di consapevolezza da parte dei tuoi colleghi?

In quel momento e lo ripeto ancora oggi, ho detto che Sarri non era sessista ma la sua frase lo era. Considero la sala stampa un luogo “inviolabile”. Giornalisti ed addetti ai lavori, a mio parere, hanno l’obbligo di comportarsi ed utilizzare parole consapevoli del fatto che tanta gente guarda, ascolta e legge, prendendo ad esempio, parole ed atteggiamenti. Non si può dare un cattivo esempio e non si possono utilizzare parole inappropriate o volgari soprattutto sul luogo di lavoro. Purtroppo ho dovuto constatare che nonostante il clamore mediatico di quella vicenda, ancora oggi battute ed insinuazioni di carattere sessista sussistono.

Più in generale, cosa avverti nel nostro Paese? Che sensazione hai rispetto alla posizione della donna nella società italiana? Sono sufficienti le norme contro la discriminazione di genere o ci sono ancora lacune nel nostro ordinamento?

C’ è ancora tanto lavoro da fare. Il codice rosso è un passo in avanti, ma deve focalizzarsi costantemente l’attenzione verso la discriminazione di genere. Penso al gap salariale ad esempio, tema sul quale bisogna intervenire. L’Italia in questo senso mostra ancora le sue debolezze. Si fanno ancora tante chiacchiere ma di fatto la donna resta ancora ai margini in determinati ambienti.

Immagine fornita dall’ospite

Non possiamo non rivolgerti una domanda sulla tua città, Napoli, particolarmente amata dal direttore e dalla redazione di Condivisione Democratica. In realtà, ti chiediamo un tuo racconto, una tua personale visione e descrizione di questa meravigliosa terra

Ho viaggiato tanto nella mia vita e subisco il fascino dell’avventura. Amo stare all’aria aperta e nello stesso tempo ho una curiosità smodata verso luoghi lontani, culture, lingue, usi differenti. Napoli è nel mio cuore. Più viaggio e più mi rendo conto della bellezza accattivante della città. Può essere selvaggia, rumorosa e nello stesso tempo appagante. Se hai la fortuna di isolarti in mezzo al mare puoi godere l’anima contrastante della città eternamente divisa tra caos e bellezza. Secondo me la cosa più bella di Napoli è che ogni luogo è ricco di storia, mistero e natura. Amo isolarmi a mare lontano da tutto ma adoro anche in particolari momenti gettarmi tra i vicoli del centro storico e lasciarmi catturare dalla maestosità delle antiche Chiese.

In questo numero dedichiamo uno speciale al valore della Democrazia. Il nostro desiderio è quello di alimentare il dibattito e l’approfondimento nei confronti di una concezione che sembra essere messa in discussione. Ci puoi esprimere il tuo pensiero? 

La democrazia alimenta il confronto, apre le menti e determina iniziative legislative che senza il movimento delle coscienze difficilmente arriverebbero a concretizzarsi. Personalmente ritengo di essere molto liberale nel pensiero ma determinata nell’azione. Mi spiego meglio: se una persona sbaglia, va punita. Solo in questo modo, atteggiamenti illegali o illegittimi potranno essere limitati. Non bisogna chiudere un occhio nel prendere le decisioni, altrimenti eventi o atteggiamenti sbagliati prenderanno il sopravvento. In Italia politicamente la cosa che detesto è che si parla tanto e si concretizza poco.